Potrebbe il test dell’allergia alimentare mediata da IgG, svolto tramite ImuPro, essere una valida soluzione?
VerificaIl morbo di Crohn (CD), è un’infiammazione cronica che generalmente si sviluppa fra la fine del intestino tenue e l’inizio del colon, ma può coinvolgere anche qualsiasi parte del tratto intestinale. Come la colita ulcerosa, CD può essere sia doloroso che debilitante.
Un’intolleranza alimentare ritardata mediata da IgG può avere un ruolo fondamentale in merito. Il sistema ImuPro può essere un aiuto a supporto delle consuete terapie.
Le persone affette dal CD spesso sono soggette alla perdita di appettito e di conseguenza a perdita di peso. E’ comune anche una sensazione di affaticamento e scarsa energia. CD è un disturbo cronico, questo significa che i pazienti alterneranno periodi in cui i disturbi si manifestano in maniera acuta a momenti di regressione o annulamento dei disturbi.
Non esiste un test diagnostico singolo per la diagnosi. Piuttosto la diagnosi è la somma di diversi esami con le analisi del sangue, l’esame delle feci, l’ecografia, la gastroscopia o la colonscopia. Per raggiungere il piano terapeutico corretto bisogna individuare l’estensione e la gravità dell’infiammazione.
CD spesso riguarda singole sezioni del tratto intestinale, molto spesso il passaggio fra l’intestino tenue e il colon. L’infiammazione può estendersi anche alla intera barriera intestinale e anche agli organi esterni all’intestino come articolazioni, pelle e occhi. Un profilo genetico particolare predispone le persone allo sviluppo della malattia. Studi recenti hanno dimostrato che gli alimenti possono dare origine all’infiammazione, per esempio tramite un’allergia alimentare di tipo III. Una dieta basata sull’eliminazione di questi alimenti può funzionare da supporto alla consueta terapia farmaceutica spesso effettuata con medicine anti infiammatorie come i corticosteroidi.
Gli alimenti come innesco del morbo di Crohn sono stati a lungo studiato in letteratura. Dal momento che il CD è un disturbo infiammatorio, gli anticorpi IgC potrebbero avere un ruolo fondamentale nel morbo di Crohn mentre altri fattori potrebbero essere esclusi.
In uno studio pubblicato nel 2010, una dieta di eliminazione venne effettuata per verificare il livello IgG di alcuni alimenti. (“Clinical relevance of IgG antibodies against food antigens in Crohn’s Disease: A double-blind cross-over diet intervention study”, Bentz et al., Digestion 2010; 81:252-264).
Furono esaminati i livelli di anticorpi IgG all’interno di un gruppo di controllo formato da 79 pazienti affetti dal morbo di Crohn e 20 sani. Successivamente, la rilevanza clinica degli anticorpi IgG fu valutata tramite un doppio cross over tramite 40 pazienti. Fu quindi poi stilata una dieta di eliminazione basata sui risultati degli anticorpi IgG. Venne rilevata una quantità maggiore di anticorpi IgG degli alimenti nei pazienti affetti dal morbo di Crohn. Una riduzione statisticamente significante è stata registrata per quanto riguarda la frequenza di evacuazione all’interno del gruppo di controllo quando i pazienti affetti dal morbo di Crohn hanno aderito alla dieta di eliminazione.
Un’obbiettivo di un altro studio era quello di mostrare gli effetti dell’immissione degli anticorpi IgG degli alimenti nei pazienti affetti dal morbo di Crohn in remissione. (“The effects of provocation by foods with raised IgG antibodies and additives on the course of Crohn’s disease: A pilot study”. Uzunismail et al.,Gastroenterol 2012; 23 (1): 19-27).
In tutti i pazienti, i segni crescenti di infiammazioni intestinali, sintomi addominali così come evidenze istologiche furono rinvenute dopo una “sfida” di 3 giorni con gli anticorpi IgG. Gli autori conclusero che gli alimenti con un elevato livello di anticorpi IgG e cibi con additivi possono dare origine ai sintomi e stimolare le infiammazioni nei pazienti affetti da CD.
Potrebbe il test dell’allergia alimentare mediata da IgG, svolto tramite ImuPro, essere una valida soluzione?
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